Ravi Shankar: Virtuoso visionario

Febbraio 14, 2025

Nato nel 1920 a Varanasi, il percorso artistico di Ravi Shankar inizia come ballerino nella compagnia del fratello, viaggiando attraverso l’India e l’Europa. Ma il destino aveva altri piani. Sotto la rigorosa tutela del maestro Allauddin Khan, si dedicò al sitar, passando anni a padroneggiare gli intricati ragas della musica classica indostana. La sua profonda conoscenza, il suo modo di suonare emotivo e la sua brillantezza nell’improvvisazione lo resero una forza da tenere in considerazione nella musica classica indiana. Negli anni Cinquanta compose per i film e per la All India Radio, plasmando il suono di una nazione in evoluzione.

Il sitar incontra il mondo

Negli anni Sessanta affascinò l’Occidente facendo da mentore a George Harrison dei Beatles, dando il via a una storia d’amore internazionale con la musica indiana. Le sue esibizioni incantatrici al Monterey Pop Festival, a Woodstock e al Concerto per il Bangladesh hanno fatto conoscere a milioni di persone i suoni trascendentali del sitar. Le collaborazioni di Shankar con icone della musica classica occidentale come Yehudi Menuhin e leggende del jazz come John Coltrane hanno creato una fusione unica, unendo tradizioni mai viste prima. La sua influenza si è estesa anche al cinema, con composizioni per registi leggendari come Satyajit Ray, cementando ulteriormente il suo posto nella storia della musica mondiale.

L’eredità in ogni nota

Oltre alle sue leggendarie esibizioni, Shankar ha composto colonne sonore per film, orchestre e balletti, spingendosi sempre oltre i confini musicali. Ha fondato istituzioni come il Ravi Shankar Centre di Delhi, assicurandosi che l’educazione alla musica classica fiorisse. I suoi contributi gli sono valsi diversi Grammy Awards, una nomination all’Oscar e la più alta onorificenza civile indiana, il Bharat Ratna. Ancora oggi, sua figlia, Anoushka Shankar, continua la sua eredità, assicurando che le melodie senza tempo del sitar riecheggino attraverso le generazioni, dimostrando che la musica non conosce confini.

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